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Il cuore

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Il cuore rappresenta il centro di tutta la circolazione sanguigna ed è destinato, mediante la
sua contrazione ritmica, ad assicurare un movimento continuo alla massa sanguigna. Questo organo è posto nella parte mediana della cavità toracica e più precisamente nello spazio esistente fra i due polmoni, denominato mediastino; in basso è appoggiato sul muscolo diaframma, il quale lo separa dai visceri della cavità addominale sottostante; anteriormente corrisponde alla parete sterno-costale e posteriormente al tratto di colonna vertebrale compreso fra la IV e l’VIII vertebra toracica.
Il cuore, contenuto in un sacco fibroso detto pericardio che lo isola dagli organi circostanti
(polmoni, esofago, timo, aorta, ecc.) e nello stesso tempo lo fissa in basso al diaframma, presenta la forma di un cono appiattito dall’avanti all’indietro, a base superiore ed apice
inferiore.

A causa della obliquità del suo asse, il cuore risulta situato per un terzo del suo volume a destra della linea mediana e per due terzi a sinistra. Quella parte della parete anteriore del torace corrispondente al cuore prende il nome di regione precordiale o area cardiaca: essa nel vivente può essere delimitata con la percussione o, più sicuramente, col metodo radiologico.
Nella zona del torace corrispondente all’apice del cuore può essere rilevata, con l’ispezione o con la palpazione, una pulsazione sincrona con i battiti cardiaci e dovuta alla trasmissione
della contrazione cardiaca alla parete toracica. Tale pulsazione, che prende il nome di itto della punta, risulta localizzata all’apice cardiaco, poiché quest’ultima é la porzione del cuore più vicina alla parete toracica.

 

Caratteristiche anatomiche del cuore

anatomia del cuore

Il cuore, essendo principalmente costituito da tessuto muscolare, ha un colorito rossastro; peraltro sulla sua superficie esterna spiccano delle chiazze gialle, dovute ad accumuli di grasso. Il suo volume, variabile a seconda della età e del sesso, è stato paragonato a quello del pugno del soggetto cui appartiene; comunque nell’adulto presenta una lunghezza di circa
cm 10, una larghezza di cm 11 ed uno spessore di cm 5; la circonferenza della sua base raggiunge cm 26 circa.

ll peso del cuore, anch’esso variabile in rapporto al soggetto, e in genere maggiore nei maschi rispetto alle femmine: come limite massimo si può considerare g 350 nell’uomo e g 300 nella donna. Valori superiori denotano un ingrossamento patologico cli questo organo e cioè una ipertrofia cardiaca; oppure sono dovuti ad allenamento sportivo agonistico. La capacita totale del cuore corrisponde in media a circa cc 500.
Data la sua forma, nel cuore si possono distinguere una faccia anteriore, o sterno-costale, una faccia posteriore o diaframmatica, un margine destro, acuto, un margine sinistro, ottuso, una base ed una punta od apice.
Il cuore e diviso in due meta, destra e sinistra, ciascuna delle quali e formata da un atrio, di forma grosso modo cubica, che corrisponde alla base del cuore, e da un ventricolo di forma conoide che arriva fino alla punta; la cavità di ciascun atrio comunica con quella del rispettivo ventricolo mediante un orifizio atrio-ventricolare, ma non esistono comunicazioni fra le cavità destre, contenenti sangue venoso, e le cavità sinistre, contenenti sangue arterioso, poichè sia i due atri che i due ventricoli sono separati in maniera completa da una parete continua detta rispettivamente setto interatriale e setto interventricolare.
Esaminando esternamente il cuore, si osservano: un solco trasversale circolare, detto solco coronario o atrio-ventricolare, il quale segna il limite della porzione atriale da quella ventricolare sottostante, e due solchi longitudinali (interventricolari), anteriore e posteriore, i quali originano dal solco coronario e si dirigono verso la punta del cuore continuandosi l’uno
nell’altro, e separando perciò sulle due facce del cuore i due ventricoli. Anche gli atri sono divisi l’uno dall’altro, all’esterno, da un leggero solco, interatriale, visibile solo sulla faccia
posteriore.
Gli atri nel loro insieme formano una specie di cupola applicata sulla base dei ventricoli; la loro faccia anteriore e nascosta dalle due grosse arterie, tronco polmonare ed aorta, le
quali originano rispettivarnente dalla base del ventricolo destro e del ventricolo sinistro e portandosi in alto vengono accolte in una specie di doccia scavata nella faccia anteriore degli
atri. Ciascun atrio si prolunga lateralmente ed anteriormente in una specie di piccola appendice conica, detta auricola, la quale abbraccia la porzione iniziale dei grossi vasi arteriosi.
Nella faccia posteriore dell’atrio destro sboccano in alto la vena cava superiore ed in basso la vena cava inferiore ed il seno coronario; nella faccia posteriore dell’atrio sinistro sboccano le quattro vene polmonari. Sezionando il cuore, possiamo rilevare l’aspetto delle cavità che lo compongono: come si e detto, le cavità di destra sono completamente separate da quelle di sinistra dal setto interatriale ed interventricolare.
Gli atri hanno una parete assai sottile (circa mm 1-3 di spessore); il ventricolo sinistro ha una parete circa tre volte più spessa del ventricolo destro (mm 12-13 per il ventricolo sinistro, mm 4 per il ventricolo destro). La differenza di spessore della parete dei due ventricoli e dovuta al fatto che il ventricolo sinistro deve spingere con la sua contrazione il sangue in tutto il corpo, mentre il ventricolo destro si limita ad inviare il sangue ai polmoni, organi molto vicini al cuore stesso.

I due ventricoli presentano una parete in comune, il setto interventricolare, spessa circa mm 10-15, la quale ha una faccia destra convessa ed una faccia sinistra concava: per tale ragione in sezione trasversale la cavità ventricolare destra presenta una forma semilunare, mentre la cavità ventricolare sinistra assume una forma pressoché circolare.
La superficie interna dei ventricoli, contrariamnte alla superficie esterna che e liscia, e assai irregolare per la presenza di fasci muscolari (trabecole muscolari o colonne carnose del
cuore) che sporgono dalla parete stessa, intrecciandosi variamente. Delle trabecole muscolari alcune aderiscono per tutta la loro lunghezza alla parete del ventricolo (colonne carnose di terzo ordine), altre sono libere nel tratto intermedio e sono congiunte alla parete ventricolare esclusivamente con le loro due estremità (colonne carnose di secondo ordine), altre, infine, le più importanti (colonne carnose di primo ordine o muscoli papillari), si impiantano sulla parete ventricolare solo con una loro estremità, mentre con l’altra si continuano con dei sottili tendini, le corde tendinee, le quali vanno a prendere inserzione sulle valvole atrio-ventricolari. Fra le trabecole di secondo ordine, assai numerose in ambedue le cavità ventricolari, una, situata sulla parete settale del ventricolo destro, e assai sviluppata e prende il nome di trabecola setto-marginale o trabecola arcuata di
Leonardo da Vinci, che per primo la descrisse.
La base di ciascun ventricolo presenta due orifizi a contorno circolare, dei quali il posteriore, più grande, comunica col soprastante atrio ed e detto perciò orifizio od ostio atrioventricolare, e l’anteriore mette in comunicazione il ventricolo con il tronco arterioso che da esso origina (arteria polmonare per il ventricolo destro ed aorta per il sinistro), ed e detto perciò orifizio od ostio arterioso. Tutti questi orifizi sono provvisti di un apparato valvolare il quale permette il passaggio di sangue solo in un senso e regola perciò la direzione del flusso ematico.

L’orifizio atrio-ventricolare destro e fornito di una valvola detta tricuspide: essa è formata da tre lembi membranosi triangolari (cuspidi), i quali con la base si inseriscono sul contorno dell’orifizio stesso e con l’apice libero si spingono nella cavità ventricolare. I muscoli papillari rivestono una importanza estrema in quanto contraendosi, e perciò accorciandosi, contribuiscono a determinare l’apertura della valvola stessa e soprattutto con la loro presenza ne regolano anche la chiusura, impedendo che i lembi valvolari possano rovesciarsi verso la
cavità atriale.
L’orifizio atrio-ventricolare sinistro e provvisto di una valvola simile all’ostio di destra, con la sola differenza che i lembi valvolari sono in numero di due, anteriore e posteriore; per tale
ragione questa valvola, bicuspide, e stata paragonata alla mitra dei vescovi ed e detta perciò anche valvola mitrale. Sulla faccia esterna delle due cuspidi prendono inserzione le corde tendinee dei due muscoli papillari presenti nella cavità ventricolare sinistra.
Le valvole degli osti arteriosi, rispettivamente polmonare per il ventricolo destro ed aortico per il ventricolo sinistro, prendono il nome di valvole semilunari: esse sono costituite ciascuna da tre pieghe membranose (lembi) che nel complesso conferiscono alla valvola una forma a nido di rondine. Nell’ostio polmonare i tre lembi sono situati uno anteriormente e
due posteriormente, mentre nell’ostio aortico sono collocati due anteriormente ed uno posteriormente. Data la loro disposizione le valvole semilunari permettono il passaggio del
sangue dalla cavita ventricolare al rispettivo tronco arterioso, ma non viceversa.
La superficie interna dell’atrio sinistro e quasi liscia mentre quella dell’atrio destro presenta numerose creste muscolari sopraelevate ed in genere parallele le une alle altre, dette muscoli
pettinati. Nella faccia inferiore di ciascun atrio si osserva il rispettivo ostio atrio-ventricolare che, per la presenza dei suddetti lembi valvolari, visto dall’alto assume la forma di un imbuto. Nella faccia posteriore dell’atrio destro, in alto ed in vicinanza del setto interatriale, si nota un orifizio circolare di circa cm 2 di diametro, che rappresenta lo sbocco della vena
cava superiore, mentre più in basso si notano altri due orifizi ciascuno dei quali e fornito di un lembo valvolare incomplete: il più grande, di circa cm 3 di diametro, rappresenta lo sbocco della vena cava inferiore ed e provvisto della valvola di Eustachio, mentre il più piccolo del diametro di circa cm 1, rappresenta lo sbocco del seno coronario ed é fornito della
valvola di Tebesio. Nella faccia posteriore dell’atrio sinistro esiste lo sbocco delle quattro vene polmonari, prive di lembi valvolari.
La superficie esterna del cuore e rivestita da una sottile membrana sierosa, trasparente, detta epicardio; questo in alto si prolunga a rivestire la porzione iniziale dei grossi vasi che
giungono o partono dal cuore (peduncolo vascolare), indi a tale livello si riflette e, col nome di pericardio, ricopre la superficie interna del sacco fibroso pericardico. Fra epicardio e pericardio viene delimitata una sottile cavità pericardica, la quale circonda completamente il cuore ed essendo bagnata da un liquido leggermente vischioso facilita i movimenti del cuore
stesso. L’epicardio é costituito da uno strato di cellule di tipo epiteliale, molto appiattite ed applicate sulla tonaca propria; esso e inoltre congiunto al muscolo cardiaco mediante il connettivo sottoepicardico, nel quale decorrono all’inizio i rami delle arterie coronarie, sovente circondati da tessuto adiposo.

Le cavità interne del cuore sono tappezzate da una sottile membrana, l’endocardio, la quale appare liscia e biancastra, si modella perfettamente su tutte le anfrattuosità delle cavità cardiache e si continua con la tunica più interna dei grossi vasi del peduncolo vascolare. L’endocardio e costituito, dall’interno verso l’esterno, da un endotelio, dalla tonaca propriamente detta e dallo strato sottoendocardico; quest’ultimo, rappresentato da un tessuto connettivo lasso ricco di fibre elastiche, contiene numerosi vasi sanguigni e nervi e si continua con la muscolatura del cuore.
Gli apparati valvolari sono costituiti da pieghe dell’endocardio rinforzate, centralrnente, da una lamina fibrosa assai robusta; tutte le valvole sono prive di muscolatura e poverissime di vasi sanguigni, per cui si nutrono direttarnente dal sangue contenuto nelle cavité cardiache.
Fra epicardio ed endocardio si trova, a formare la parte principale della parete del cuore, uno strato di tessuto muscolare, il miocardio.

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